lunedì 30 aprile 2007

rabbia

ultimamente lavorando m'incazzo facilmente, ma anche fuori devo dire e noto, noto cose da raccapriccio!
e allora m'incazzo.
m'incazzo quando vedo che genere di calendari fa la polizia di Stato, mimando marine di cui evidentemente sognano di emulare le gesta, e per carità è triste,
m'incazzo quando devo decifrare i verbali fatti e sottoscritti dai nostri "valenti ufficiali", allora mi chiedo come sia possibile che tutta la popolazione che per disperazione o desiderio abbia interrotto la scuola a 10 anni sia finita a fare lo sbirro (di converso capisco anche la loro profonda e irrecuperabile inettitudine tramutata in fascismo neanche troppo velato).
m'incazzo quando dribblo nel puttanaio di piazza verdi e non c'è nemmeno uno sbirro, perchè ahi poveri non si vogliono disturbati, poi giro in piazza Santo Stefano (dove non succede mai niente) e trovo l'adunata che pare la parata della festa della polizia!
m'incazzo il giorno dopo se leggo che le povere forze dell'ordine sono poche a fronteggiare il degrado, (io direi inesistenti).
m'incazzo quando leggo che la lega sproloquia contro il governo e la nuova legge sull'immigrazione, perché entrano i romeni e ammazzano la poverina nel metrò a Roma, senza nemmeno sapere che la Romania è nell'U.E.e quindi la libera circolazione etc.., ma loro non sanno nemmeno che cosa sia L'U.E., salvo poi mandare al Parlamento Europeo quell'avanzo di galera di Borghezio, così, giusto per dare lustro all'Italia che ne ha bisogno!
m'incazzo se entro nel cpt di Bologna per un estradizione e sento dire dallo sbirro all'ingresso che il detenuto...........è stato tradotto nella sala E, ma quale detenuto, ma dove?????? ma chi l'ha condannato???? ma riprenditi, e lì m'incazzo tanto e plaudo l'avvocato che gli chiede con troppa cordialità di favorire le generalità e la questura di appartenenza.
m'incazzo quando, nell'anticamera delle aule di giustizia, i secondini non permettono ai familiari di avvicinarsi all'imputato,
m'incazzo due volte quando lo fanno con disprezzo, salvo poi ridere allegramente con il peggiore dei reo confessi di sfruttamento della prostituzione minorile, vi assicuro che qui sono assalita da dubbi atroci sul secondino.
m'incazzo se mi dicono che due familiari stanno fermi davanti al carcere in attesa di poter vedere il loro congiunto in una regolare visita concessa e scoprono dopo 4 ore che il loro familiare è stato tradotto in un altro carcere, per ordine di chi perdio?, senza avvisare l'avvocato?senza degnarsi di dirlo ai due fuori e no, non funziona così.
m'incazzo quando leggo tutti alle prese coi magistrati, che sono tutti delle merde e non sanno fare il loro lavoro, che sono torturatori della legge etcc..salvo averli osannati ai tempi di Falcone e Borsellino, o di mani pulite o/ e soprattutto di Berlusconi, e ci fosse uno, dico uno fra mille che se la prende con la legge, uno che pensi: <>, o che se la prenda col magistrato che magari veramente non fa un cazzo dalla mattina alla sera? mah destra e sinistra si sono contagiate col morbo Berlusconiano: daglie al magistrato!, e bravo Berlusconi! bravo davvero ha ottenuto quel che voleva, odio per la toga
m'incazzo quando leggo, o meglio non leggo più nemmeno una riga sui DICO, erano meglio PACS, tutto perché ....la crisi di governo e soprattutto perché Monsignor Bagnasco e sotto mira di chi non si sa bene chi..., e mi viene il dubbio della montatura....
m'incazzo quando leggo che in Italia non c'è legge, in Italia non c'è giustizia, è vero, ma è vero anche che noi, o meglio i nostri più saggi nonni hanno creato il più grande capolavoro del diritto che sia mai stato scritto: la Costituzione, facile, semplice accessibile a tutti (eliminiamo le storpiature del passato governo), e magari fosse applicata, non ci sarebbe bisogno di parlare nemmeno dei DICO, non ci sarebbe bisogno che se lo sbirro ti spacca la testa di pensare che tanto non gli fanno niente, non si discuterebbe di parità, non ce ne sarebbe bisogno, non ci sarebbe nemmeno bisogno di beppe grillo, che a volte purtroppo storpia il diritto a suo consumo, e io magari mi incazzerei di meno, chissà.

sabato 28 aprile 2007

sera


non mi consento sconti stasera, non voglio riposo, eppure dovrei essere radiosa, ho completato (quasi) il trasloco, la cosa dovrebbe bastare a dimenticare il resto, non è così, non stasera.
Mi aggredisci tu stasera, la tua assenza voluta da me, non è così forse?
non è ironico infine, amaramente ironico, ma non dolerti in un modo o nell'altro ce la faremo, abbiamo spalle enormi e l'ironia come alleata,
è la migliore qualità, questo lo ricordi?
io si,
come te e me,
come il mare in cui vorrei essere ora,
come il sorriso di Silvia, che mi manca.
Ho letto che ti tremano le mani, tremano anche le mie, solo diversamente.

lunedì 23 aprile 2007

sabato a castelletto


saremmo dovuti arrivare presto, al solito con uno spaventoso e ignobile ritardo.
carica, scarica, cibo, vino, persone, ritardatari, tutti arrivano in un lampo, nessuno arriva veramente, mai!
ma finalmente si intravede, splendido! la giornata è un poco offuscata, ma non importa non ne intacca la pace, anzi!
qui, cosi vicino alla città eppure veramente campagna, tutto è secondario, si respira aria di cooperazione, di serenità ed una allegria genuina che riempie il cuore, qui posso vedere tutti riuniti, chi piu chi meno dei presenti è in qualche modo legato a me, e raramente li si vede tutti insieme.
qui puoi rilassarti pensando che subito dopo la collina ci sono i girasoli in cui puoi tuffarti, il fiume dove mettere i piedini a mollo (il resto nemmeno se mi pagano, a me le acque salmastre non sono mai piaciute), davanti proprio a 2 metri e in mezzo alla selva magari ci trovi qualche cinghialetto....
penso a questo mentre allungando la manina arraffo la pancetta sfrigolante insieme a due belle e buone costolette di maiale,
penso a gigi che a 2 metri da me è impaziente, lo vedo, suona di tutto quel ragazzo, in questo momento è ampiamente dedito a far fuoriuscire melodici suoni da un paio di forchette!
aspetta sandro che monti la batteria, filo che prenda il basso, qualcuno qualcos'altro a seconda del grado alcolico, ma non dubitate si inizierà bene, solo si finirà in cacofonia al solito!
sposto lo sguardo su lara che fa da cicerone ai neofiti del luogo, mostrando a 'mo di surplus le sue recenti sculture ( su questo brava lara, spaccherai a nizza), tutti attenti e in ordina, non so perchè ma lara fa sempre assumere la posa di buon soldatino quando ti spiega qualche cosa!
mi giro ancora su raf che litiga con la brace, ce la fa, non ce la fa, eh gli uomini non so piu quelli di una volta ora per un fuoco ce ne vogliono almeno due e una donna, seria ,che sappia indirizzarli, non come cristina che ondeggia pericolosamente col vino nei limitrofi vanificando tutto!mah io intanto, memore della mia fame quasi atavica, mangio, eh eh se non qua si perde rapida la centralina...però son curiosa..quelle due stanno sempre contulariando....chissa che spettegolano dopo aver finito di fare la torta, sono buffe sembrano sorelle da lontano, eh non si distraggono eh mooooooooooonia e terri-terro, niente sono prese....ulala la gonna di chiara!!!!!è lei, è sempre lei!ce la faranno i nostri eroi a vincere la lotta contro il male? mah...
eh si sto bene, sento il vino che sale...sto bene, starei qui a lungo, forse dovrei chiedere a lara asilo politico per qualche tempo...soprattutto ora, soprattutto adesso!

venerdì 20 aprile 2007

Il Signoraggio, Ally McBeal e il genio della lampada.

Liberamente rielaborato da un articolo di paolo franceschelli
Uno dei telefilm più belli dati è Ally McBeal. Memorabile, per il giurista, l’episodio dell’avvocato bambino che, essendo un bimbo prodigio, è diventato legale a sette anni e quello del bambino che vuole fare causa a Dio per avergli dato dei genitori che litigano sempre.In Italia un telefilm giudiziario che presenta casi di diritto civile sarebbe pressoché impossibile. Nel caso del bambino che vuole fare causa a Dio, ad esempio, sorge prima un problema di individuazione della categoria di danno, con le astruse problematiche sulla riconducibilità del danno esistenziale nella categoria del danno morale o nella più ampia categoria del danno non patrimoniale lato sensu, che farebbe addormentare qualsiasi spettatore dopo dieci minuti; dopodichè seguirebbe il problema della legittimazione processuale di Dio, problema che un giurista anglosassone liquiderebbe in due righe, mentre noi saremmo capaci di scriverci un intero trattato di 500 pagine.Tanto per fare una comparazione spicciola, il giurista italiano è quel tipo che scrive un libro di 300 pagine sull’”Importanza dell’inadempimento” e poi lo propone nel suo corso di laurea; testo il cui contenuto di fondo può riassumersi nel seguente concetto: l’importanza dell’inadempimento va valutata caso per caso. Nello stesso numero di pagine il giurista inglese riesce a scrivere un testo su “I fondamenti del diritto” (alludo a Peter Stein), dove riesce a fare un excursus sul sistema giuridico anglosassone e su quello di civil law, sostanziale e processuale; leggendolo si impara di più che in un intero corso di laurea.mi rendo conto che vi state già addormentando eppure vi prego perseverate, magari qualcuno si avvicina a quel che penso io, e capisce cò che io ho studiato.Nel corso degli anni mi sono sempre chiesta il perché la situazione fosse così e se fosse possibile far qualcosa per cambiare.
mi sono fatta l’idea che le cause di questa situazione siano profonde, e molteplici. E quanto alle possibili soluzioni, francamente non ne vedo, perlomeno di immediate.Iniziamo dalle cause storiche. Per secoli, e fino alle prime codificazioni, il nostro sistena giuridico è stato quello del diritto comune. Era un sistema caotico e quasi incomprensibile, di pressoché totale anarchia giuridica, ben raffigurato nella famosa scena dei promessi sposi in cui l’avvocato Azzeccagarbugli fruga tra le varie carte al fine di trovare una “grida” che servisse al caso suo. Nella soluzione di un caso pratico poteva convergere contemporaneamente il diritto romano, il diritto comunale, il diritto del signore feudale, e il diritto della corporazione, in una pluralità di norme contraddittorie tra loro, e senza un sistema organizzato di gerarchia delle fonti, con il risultato che l’avvocato utilizzava le norme che erano a lui più congeniali (e fin qui non ci sarebbe nulla di strano); ma con l’ulteriore e ben più tragico risultato che il giudice decideva più o meno come gli pareva. Per secoli siamo stati quindi abituati al caos, alla complicazione e alla fumosità e una codificazione non cambia una mentalità in un batter d’occhio. Il sistema della codificazioni è ancora relativamente recente, se raffrontato ai secoli in cui il diritto comune ha dominato (meno di due secoli a fronte di oltre un millennio di diritto comune). Il giurista italiano quindi per secoli è stato abituato alla complicazione, mentre quello anglosassone, ad esempio, è maggiormente aduso alla semplicità del linguaggio. Specie negli Stati Uniti, il linguaggio doveva servire a comunicare tra popoli di provenienza diversa tra loro (non scordiamoci infatti che l’attuale popolazione USA discende da inglesi, portoghesi, francesi, spagnoli, ecc…). Ne consegue un sistema giuridico relativamente semplice, comprensibile a chiunque, come del resto il linguaggio in tutte le pubblicazioni specialistiche (ma anche qui i suoi contro la troppo faciloneria e semplicità americana porta alla totale mancanza di tutele in ambito penale, l'imputato americano se non patteggia è condannato, se ne puo estrapolare quasi un equazione matematica).Aggiungiamo poi, a questo substrato storico, una certa propensione tipicamente italiana a snobbare le cose troppo semplici, identificando la complicazione con cui un concetto viene espresso con la sua elevatezza contenutistica. Questo è un fenomeno tipico di tutti gli altri campi, non solo del diritto. Chi è appassionato di psicologia, ad esempio, avrà notato che i testi inglesi e americani sono sempre comprensibili a chiunque, anche quando sono specialistici. La maggior parte dei testi specialistici italiani – penso ad esempio ai libri di Carotenuto - invece sono incomprensibili perché per esporre concetti anche banali usano un frasario inaccettabile. Invece di dire che “il tradimento, nella coppia, non è un problema in sé, ma è sempre la spia di un altro problema a monte” scrivono che “nell’ambito del rapporto dualistico che si crea nella fusione intima tra due persone, che si tratti di coppia stabile, o meno, tradizionale o non, l’entrata di una terza persona, quando il tradimento è unilaterale (o di due persone, quando il tradimento è reciproco) è sempre l’evento sintomatico da cui si dovrebbero trarre utili spunti di riflessione inerenti alla concausa prima che ha generato questo evento”. Idem per i testi di giurisprudenza!
Ci riteniamo troppo impreparati per contestare mostri sacri del diritto, e quando sentiamo che in una data materia il testo più usato è il testo X o Y, non ci sentiamo abbastanza sicuri di noi stessi da poter andare contro corrente.Analogo atteggiamento abbiamo con le sentenze. Il nostro pensiero più frequente è “se l’ha detto la Cassazione e io non riesco a capirlo, forse vuol dire che non sono abbastanza bravo”.Invece dovremmo sostituire questo genere di pensieri con un altro: “se non riesco a capire il problema, significa che l’autore, o il giudice, non sono abbastanza bravi da farmelo capire”.Questo stato di cose è aggravato dalla situazione in cui versa l’università italiana, spesso i professori non sanno scrivere di diritto se in termini accademici. Infatti è cosa nota che i migliori manuali di diritto amministrativo, penale e civile, utilizzati per i concorsi, sono quelli di Caringella, Capozzi, Di Benedetto, ecc…, non certo quelli scritti dai professori universitari. I problemi fin qui evidenziati, cioè quello storico e psicologico, alla fine si fondono e diventano un problema sociologico. Assuefatti a questo stato di cose, infatti, andiamo avanti in questo caos e ciascuno gode i vantaggi di questa situazione. Ed ecco perché questo stato di cose non cambierà mai. Cominciamo dalla categoria degli avvocati. Anzitutto nel processo essi sono esonerati dall’obbligo di essere chiari. Inoltre quando non conoscono un argomento possono inondare il cliente con una marea di frasi incomprensibili, tanto costui non se ne accorgerà e penserà che il problema è la sua ignoranza, non il fumo negli occhi con cui l’avvocato lo sta sommergendo. A danno però delle parti, che spenderanno soldi inutili senza capire perché li stanno spendendo. Quindi perché gli avvocati dovrebbero protestare contro questo stato di cose?Poi se ne avvantaggiano alcuni magistrati, che possono decidere quello che vogliono, sostanzialmente certi che tanto più parleranno in modo complicato, tantomeno le loro decisioni saranno sottoposte a critica.Alcuni professori universitari, come abbiamo detto, vengono favoriti perché non devono sforzarsi di scrivere cose comprensibili, il che permette loro di nascondere spesso la loro impreparazione in una data materia.Infine, se ne avvantaggia la classe politica. Alcuni politici sono sicuri che il magistrato compiacente troverà senz’altro il modo di emanare una decisione a loro favorevole, e difficilmente tale sentenza sarà soggetta al giudizio critico della massa, generalmente non in grado di capire a fondo le sentenze dei giudici.Così ecco che ad es., la sentenza della Cassazione nei confronti di un noto personaggio politico, che dichiara prescritto il reato contestatogli, diventa una sentenza di assoluzione, dato che la maggior parte dei cittadini non è in grado di distinguere tra prescrizione e assoluzione.Inoltre data la scarsa comprensibilità della maggior parte delle leggi diventa molto più facile emanare norme dal contenuto assurdo.Come esempio è sufficiente riportare quello di una sentenza della Corte Costituzionale che due anni fa dichiarò incostituzionale il decreto legge con cui il governo aveva deliberato che la Presidenza del Consiglio non era più soggetta al controllo della Corte dei Conti. Tale decreto è passato del tutto inosservato sui giornali, perché bisognava essere costituzionalisti e amministrativisti al tempo stesso per capire l’esatta portata di quell’assurdo decreto legge. Quindi nessun giornale ha riportato la notizia.Il linguaggio giuridico, cioè, diventa uno strumento di potere e di manipolazione, perché grazie a questo stato di cose si possono nascondere determinate cose, senza che la gente ne venga a conoscenza e senza che, nei dibattiti politici che ne conseguono, il cittadino medio riesca a percepire effettivamente quale è il vero problema.Uno dei casi più assurdi credo sia quello in materia di signoraggio. Pochi sono capaci di capire che dietro alle sentenze sul signoraggio, emesse la prima da un giudice di pace, la seconda dalla Cassazione a SS.UU, si nasconde un buco di centinaia di milioni di euro, forse migliaia, ai danni delle casse dello stato e dei cittadini. Probabilmente, la verità è che neanche la maggior parte dei politici (molti dei quali non sanno neanche cosa sia la Consob e non hanno neanche gli elementi giuridici base) è a conoscenza del reale stato di cose che si cela dietro a questo problema del reddito da signoraggio, il che porta ad una specie di paradosso, cioè quello del potere che si cela a se stesso.Insomma, troppe categorie traggono vantaggio da questo stato di cose, perché si possa sperare che cambino, mentre chi subisce gli svantaggi di questo sistema non ha il potere per farsi valere, perché sono gli studenti, i cittadini vessati da un sistema che non capiscono, gli amministratori pubblici che hanno a che fare con normative incomprensibili e che spesso passano giorni a domandarsi “ma ho il potere di fare questa cosa o no?”.

giovedì 19 aprile 2007

cibo


vogliamo un attimo parlare della fame? sia chiaro non in senso serio ed assoluto come flagello, purtroppo, mondiale, ma come cazzeggio seppur importante!
nello specifico voglio citare la mia personalissima fame che oramai mi attanaglia da un bel pezzo...precisamente da quando lavoro!azz bisognerebbe tutelare i lavoratori in tal senso, offrirgli cme minimo un lasciapassare, ovviamente gratuito, per i ristoranti! del centro ovvio!
perchè perdio ho mangiato, provato, riprovato ogni singolo panino in circolazione a bologna e zero, zero riporto zero, soddisfazione massima 2 ore, poi vuoto, meglio stomaco desolatamente vuoto!mi faccio tristezza da sola! perchè io sono una buona, anzi ottima forchetta!!il cibo, che per i cattolici è un peccato, per me è uno dei più sublimi vizi che mai sia stato creato, non è solo una necessità, noooooo è proprio un piacere, e un vizio forse, ma io amo profondamente i miei numerosi vizi, li coltivo con passione, gioia!
e allora su io voglio fare uno sciopero per i cibo, il buon cibo che ogni lavoratore possa e abbia soprattutto il tempo di mangiare decentemente!!
.azz. mi sogno il sushi di parigi la notte, il pesce sardo di giorno, e, beh la carne forse no, ma.......ma insomma mi riduco a non rifiutare nessun invito a cena, veramente!

martedì 17 aprile 2007

azz, non lascia commentare al post di prima...beh se del caso fatelo qui.....

l'arte del saluto

mia nonna direbbe che i giovani non sono più educati come una volta, io non la penso così, io penso che a qusti soggetti l'educazione sia stata impartita eccome, Semplicemente alcuni in via postuma se ne dimenticano assumendo atteggiamenti cafoni! Il punto è questo: io capisco quando non si saluta qualcuno che si è visto una volta sola nella vita ( io per prima non lo faccio, anche solo per evitare puntuali figuraccie dato il mio cronico stato di dimenticanza dei nomi), è normale e non c’è il rischio di offendere nessuno considerando che nel 90% dei casi sarà un reciproco evitare imbarazzo di chi non ha nulla da dirsi!
Un conto è invece quando quel qualcuno che incontri per strada lo conosci, ovvio non è il tuo migliore amico o altro, ma perdio l’hai visto più volte, hai mangiato e riso alla sua tavola, hai scherzato con lui, prendendoti anche indebite confidenze, eppure non lo saluti e qualcuno pensa, inevitabilmente : ma guarda questo stronzo di cafone! Non che al cafone questo interessi! Lui è un cafone e tira dritto, ma vorrei ricordare al cafone medio che pochi esseri sulla faccia della terra hanno il dono di dimenticare, perdonare e/o meglio ancora non essere recriminanti! E a ragione per carità! Se ti fermi a salutare una persona che conosci, anche se magari non avresti voluto salutarla, e ignori il resto dei presenti sei non solo un gran cafone, ma ridicolo, e la cosa bella di queste situazioni è che generalmente chi ha questo genere di comportamenti è l’italiano medio che si scaglia contro la maleducazione, il degrado perché no! E questo non è degrado? Non è maleducazione? o è sempre il vecchio caro concetto: o quanto predico bene, o quanto sono bravo nell’arte oratoria, o quanto mi sento Socrate, per poi rivelarsi il peggio di quelli che razzolano male, pessimamente!
Ma allora caro il mio cafone vai tranquillo per la tua strada, predica pure, ma non dimenticare che a lungo andare le tue sciocche apologie perdono di credo, diventano vuoto esercizio retorico.

lunedì 16 aprile 2007



Bologna

Vi è qualcuno che ricorda ancora Bologna come 30 anni fa, senza capelli bianchi e con il fegato intatto, bologna senza i fili di una gloria passata, mai ritrovata, ebbene stasera narrerò di costoro che hanno perso i sogni nel bicchiere, e li hanno ritrovati nel loro fegato.
Puoi trovarli in quelli che sono i locali storici di Bologna, quei luoghi economici, assaltati dalla massa senza che ne sia capita l’essenza, quei luoghi che nel pomeriggio riempiono il cuore e la mente.
Si darò omaggio ad anfitrioni e ospiti, inizierò da via bar e da Osvaldo il calabrese, figura che negli anni ha preteso di divenire mito, posso dire sia umano nelle fattezze, nel rude cuore non sò.
So che ha reso questo luogo di poche pretese miste a calore, vi si può sempre trovare vino, birra e il Manifesto, il vino per la verità è pessimo, la birra scialacquata, ma vi puoi stare sospeso su trampoli o tavoloni d legno antichi, un caffè ammazzato in mano e il riso in bocca, col sole che batte di sabato.
Se hai fortuna, o sfortuna, nei sabati solitari puoi sentire le storie dei personaggi oramai storici di Bologna, le loro storie romanzate di sogni irrealizzati, di vite forse mai realmente vissute, ma che riempiono di calore lo stomaco e queste pagine.
Riconosci in loro la purezza del passato, la verità quando negli occhi svanisce l’aria bohemienne e ritrovano la malinconia del rimpianto, il Pianista racconterà, del vino e di quanto amasse il suo strumento che quasi si unisce alla compagna che lo ha abbandonato all’apice, incompreso nella solitudine.
Qualcuno sussurrerà la sua somiglianza a Paganini, vaneggiando, magari, un eguale genio, io sorrido, gli verserei in eterno da bere, all’anima della salute, tanto si vede non disdegna la compagnia della morte, non gli interessa nel fondo del bicchiere il fegato andato, né negli occhi appannati.
Me lo immaginerò sempre così, e vorrei fotografarlo senza umiliarlo, senza renderlo fenomeno da baraccone, un eterno uomo cannone, così, solo per rendergli omaggio, nel futuro, farò senza, infine, salutandolo..
Se hai fortuna negli stessi pomeriggi di quiete puoi incontrare Maria, fiero trans, tra i primi in Italia, occorre sottolinearlo, lei ne sarà lieta, sarà lieta anche nel sapere che io la vedo bene in film da Almodovàr, si la vedrei lì e in mille luoghi diversi, ad adescare clienti che fieramente accoglie nella sua alcova, pretendendo di scegliere, non ha mai battuto la strada e lo sottolinea ai più elevandosi a puttana di alto bordo.
In realtà la compri con poco, una sigaretta e un martini alternato a gin nelle ore più tarde, quando scurisce e lei si vela, abbordando tutti per raccontare o scopare, sognando non si è mai capito chi, ricordando, imbruttendosi disperata, sino a divenire caricatura di se stessa, un clawn triste da guardare con pena e sollievo se abbandona, non amo vedere questo, preferisco andar via, già vedo la massa che incombe in cerca di vino a basso costo, inzzozza il posto toglie magia, non la amo.


non ho mai dato l'indirizzo di questo post a nessuno, davvero, non per vigliaccheria, ma per l'assurdo principio di non volere nessun tipo di intrusione che non sia assolutamente invitata, piu che altro perche non ho molto tempo da dedicarvi e perchè io fondamentalmente non sono democratica e so gia che i primi anonimi fuori luogo e non conosciuti che vi si accosterebbero me li mangerei vivi e perchè seppur vero che l'etere è globale libero e pubblico, io sono sarda, illiberale, e riservatissima!!!!!!!!!!!!!!