sabato 24 novembre 2007

sabato


ieri ero ubriaca come non mi capitava da tanto.
oggi sono lucida, zero postumi, come al solito, solo che questo vuol dire che a 40 anni morirò di cirrosi, in alternativa di cancro.
stasera sarò nuovamente ubriaca, questo fine settimana va così.
nell'attesa, mentre corrompevo, con successo, il tizio del Giuridico per farmi portar via un libro non ammesso al prestito, che fotocopierò domani in studio, ho pensato (strano) e ho risolto.
1 o il tizio lavora o faccio casino, così evito di dover andare quasi piangendo dal cancelliere per convincerlo a farmi sostituire l'atto iscritto al ruolo per un importo di 15000 € inferiore, almeno nella notifica è giusto.
2 jack mon amie i contratti si fanno in due e io non ho gli elementi, QUINDI CAZZO AIUTAMI CHE IO TI AIUTO.
3 se potessi plagiare non sarei qui, ma in Costa Rica a ridere di Voi, pertanto io non allontano nessuno da nessuno, e via discorrendo.
4 fondamentalmente mollatemi che non ne ho voglia, sono stanca e sembrate tutti punti a voler sapere, MA SAPERE COSA???, oppure siete li a tentare di farmi arrovellare inutilmente sulle varie essenze dell'essere, di cui a me -non me ne può fregare de meno- ora come ora, ripassate fra un paio di mesi, il tempo di convincere Dio o chi per lui ad allungare le giornate, in alternativa la mia vita.
grazie
mamma mia quanto fanno bene le sbronze!

martedì 20 novembre 2007

il piccolo principe

In quel momento apparve la volpe. "Buon giorno", disse la volpe. "Buon giorno", rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno. "Sono qui", disse la voce, "sotto al melo..." "Chi sei?" domando' il piccolo principe, "sei molto carino..." "Sono una volpe", disse la volpe. "Vieni a giocare con me", le propose il piccolo principe, sono cosi' triste..." "Non posso giocare con te", disse la volpe, "non sono addomestica". "Ah! scusa", fece il piccolo principe. Ma dopo un momento di riflessione soggiunse: "Che cosa vuol dire ?" "Non sei di queste parti, tu", disse la volpe, "che cosa cerchi?" "Cerco gli uomini", disse il piccolo principe. "Che cosa vuol dire ?" "Gli uomini" disse la volpe, "hanno dei fucili e cacciano. E' molto noioso! Allevano anche delle galline. E' il loro solo interesse. Tu cerchi delle galline?" "No", disse il piccolo principe. "Cerco degli amici. Che cosa vuol dire "?" "E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire ..." "Creare dei legami?" "Certo", disse la volpe. "Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io saro' per te unica al mondo". "Comincio a capire" disse il piccolo principe. "C'e' un fiore... credo che mi abbia addomesticato..." "E' possibile", disse la volpe. "Capita di tutto sulla Terra..." "Oh! non e' sulla Terra", disse il piccolo principe. La volpe sembro' perplessa: "Su un altro pianeta?" "Si".
"Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?" "No". "Questo mi interessa. E delle galline?" "No". "Non c'e' niente di perfetto", sospiro' la volpe. Ma la volpe ritorno' alla sua idea: "La mia vita e' monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio percio'. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sara' illuminata. Conoscero' un rumore di passi che sara' diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo, mi fara' uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiu' in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me e' inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo e' triste! Ma tu hai dei capelli color dell'oro. Allora sara' meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che e' dorato, mi fara' pensare a te. E amero' il rumore del vento nel grano..." La volpe tacque e guardo' a lungo il piccolo principe: "Per favore... addomesticami", disse. "Volentieri", disse il piccolo principe, "ma non ho molto tempo, pero'. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose". "Non ci conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe. "Gli uomini non hanno piu' tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose gia' fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno piu' amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!" "Che cosa bisogna fare?" domando' il piccolo principe. "Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe. "In principio tu ti sederai un po' lontano da me, cosi', nell'erba. Io ti guardero' con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' piu' vicino..." Il piccolo principe ritorno' l'indomani. "Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe. "Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincero' ad essere felice. Col passare dell'ora aumentera' la mia felicita'. Quando saranno le quattro, incomincero' ad agitarmi e ad inquietarmi; scopriro' il prezzo della felicita'! Ma se tu vieni non si sa quando, io non sapro' mai a che ora prepararmi il cuore... Ci vogliono i riti". "Che cos'e' un rito?" disse il piccolo principe. "Anche questa e' una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe. "E' quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. C'e' un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedi ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedi e' un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi, i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza". Cosi' il piccolo principe addomestico' la volpe. E quando l'ora della partenza fu vicina: "Ah!" disse la volpe, "... piangero'". "La colpa e' tua", disse il piccolo principe, "io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi..." "E' vero", disse la volpe. "Ma piangerai!" disse il piccolo principe. "E' certo", disse la volpe. "Ma allora che ci guadagni?
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano". Poi soggiunse: "Va' a rivedere le rose. Capirai che la tua e' unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalero' un segreto". Il piccolo principe se ne ando' a rivedere le rose. "Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente", disse. "Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico ed ora e' per me unica al mondo". E le rose erano a disagio. "Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora. "Non si puo' morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, e' piu' importante di tutte voi, perche' e' lei che ho innaffiata. Perche' e' lei che ho messa sotto la campana di vetro. Perche' e' lei che ho riparata col paravento. Perche' su di lei ho uccisi i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle). Perche' e' lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perche' e' la mia rosa". E ritorno' dalla volpe. "Addio", disse.
"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale e' invisibile agli occhi". "L'essenziale e' invisibile agli occhi", ripete' il piccolo principe, per ricordarselo. "E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa cosi' importante". "E' il tempo che ho perduto per la mia rosa..." sussurro' il piccolo principe per ricordarselo. "Gli uomini hanno dimenticato questa verita'. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa..." "Io sono responsabile della mia rosa..." ripete' il piccolo principe per ricordarselo.
da: il piccolo principe, di Antoine de Saint-Exupéry
ve la ricordate la favola?
ieri mi è capitato di ripensarci, di riprenderla, davvero bella, l'avevo scordata...

giovedì 15 novembre 2007

a te e a tutti.

In questi giorni ho ascoltato le vostre storie (oh mi avete preso sul serio devo dire eh!).
È vero sono stata distratta in questi mesi, ero distratta a ricomporre me da sola, a rifare me-medesima-io.
Ora sono solo io, e voi.
Ho ripreso le fila dei vostri racconti, da te mia cara a tutti gli altri.
Ho riconquistato i vostri mesi passati, i vostri guai non troppo velati, ma forse per me lontani.
Ho ascoltato le vostre storie, molte di queste non mi sono piaciute, qualcuna l’ho disapprovata, altre mi hanno fatto arrabbiare (tipo, non so T..........grrrrr), rattristare, essere felice.
Altre ancora le sapevo, le immaginavo, le ho solo negate a me, colpa mia, mannaggia! Non le volevo sentire invero, mi verrebbero ammonimenti fuori luogo che lascerò alla persona.
Beh ora sono qui, ora penso a me e a voi, sono più attenta e tocca a voi ascoltare me, ma non oggi non qui.
Qui mi limiterò al futile, al banale-importante (a volte..) dell'apparire e con chi potrei farlo se non con te? chia, ti chiedo le tue splendide doti da curatrice d’immagine.
Chiahiro, parlo di abiti, se non fossi io, direi che parli tu.

vengo al punto....oramai ho deciso..Lara lo so, lo so.....
Chiariamoci: Vernissage…..a Montecarlò (l’accento fa molto pronuncia Francese, insieme all'erre moscia mmooolto calcata)…
Ora: 19.00 (quindi mezze misure, insomma niente abito da sera, per carità!, anche se dopo…..non so magari incontro il giovane Casiraghi..mi sistemo, mi sposo, ma non faccio la fine di Grace Kelly però…).
Capelli: lisci (domiamo tutto, se no qualsiasi cosa mi crollerebbe dopo un ora)
Tacchi: max 7 (ho già le vertigini e so già che cadrò nell’ingresso della galleria, ma almeno così sfioro il metro e settanta…ragguardevole no? O perlomeno va bene per una donna!)
Scollatura: niente o minima (ho superato i complessi adolescenziali, ma amo ancora che mi si guardi in viso, ma soprattutto di tutto ciò vi saranno testimonianze visive, pertanto…), pensavo a un collo alto stile americano, braccia scoperte...ok ok non siamo negli anni '60 e io non sono la Kennedy...
Gonna: lunghezza media..ginocchio....dai sobrietà…(il fisico inizia a chiedermi il conto e forse la rendita non basta più, ma aspetterà al 1 dicembre…almeno spero…),..... in fondo ancora per un po' me la cavo....sono ancora 42..va bene per una gonna al ginocchio? pantaloni?
ah si ecco!: scollo all'americana e pantaloni dritti, tutto nero (ora mi lincia lo so...) colore: il colore deve essere: nero, o bordeaux, vinaccia, no blu o colori chiari, zero, bocciati, invero pensavo di chiedere all'illustre medico se...vabbé altre cose insomma.....
Per i tacchi, ripensandoci, vanno bene anche 5, insomma ci sarà del vino…meglio un metro e 68, che 40 centimetri in orizzontale, no?. che dici? se mi devi demolire in privato cortesemente, ok?
Chiahiro! Vieni con me! Son sicura mi impedirai di bere, degli altri non mi fido…! E in cambio ti farò ridere e dimenticare!

lunedì 12 novembre 2007

new


ho voglia di ascoltarvi.
oggi ho voglia di sentire le vostre storie,
le storie a cui non ho prestato ascolto in questi mesi.

ho voglia di andare a Montecarlo alla personale di Lara,
con Daniela, Sandro e gli altri,
voglio essere lì per la performance di Lara,
voglio veder il suo abito di vetro e Tania, la ballerina,
voglio dormire nella villa extra-lusso di una speranzosa curatrice,
a sue spese,
voglio prendere il café al fianco del Re, anche se non ho un euri e partiremo stipati in macchina per contenere le spese,
tornando il giorno dopo stremati.

voglio riprendere ad amare i siculi grazie a Daniela, Angela e Roberto.

voglio andare a Berlino da jack e dire che mi è piaciuta.

me la voglio godere di più,
il tempo per la maturità sta arrivando,
voglio arrivarci pigra.
ascoltando voi e me,
me e voi.

venerdì 9 novembre 2007

le giornate


ore 7.45: sveglia (almeno ho lo studio di fianco a casa)
ore 9.00: lavoro
ore 13.00: esco da lavoro
ore 14.oo: lezioni alla scuola di specializzazione per le professioni legali.
ore 19.00: arranco inebetita fuori dall'aula magna della scuola.
ore 19.30: a casa, anche prima, che penso: non ho finito a lavoro, dovrei farlo ora, il solo pensiero mi procura l'emicrania, allora rimando a dopo cena, dopo cena chissà perchè l'emicrania è peggiorata, sarà la nevralgia trigeminale di aZ?
morale?
dopo 3 giorni sono già uno straccio, a pranzo non riesco nemmeno più a mangiare qualcosa che si possa realmente chiamare cibo, e in più i 3 (solo 3? ovvio fanno 4 ore di lezione consecutive di una sola materia), prof che sino ad ora ho visto non fanno altro che ripetere che fino a un paio di anni fa la scuola era un disastro e che se eravamo convinti che l'andazzo fosse ancora quello possiamo uscire dalla porta, che oggi è un'altra musica, un'altra storia, altro anno altra vita!
vorrei sapere chi diavolo insegnava in quella scuola fino a 3 anni fa, minimo son gli stessi di oggi che ogni anno ripetono la stessa cosa.
oppure hanno una sorta di disprezzo, niente affatto latente, per coloro che vi insegnavano prima e devono rifarsi....
oppure era colpa degli studenti che intuisco deficienti dalle loro parole, almeno secondo loro, la cosa mi disturba, fra 1 anno saremo deficienti pure noi per loro? La tizia in prima fila lo è già di suo, insieme a quello in giacca che pensavo praticante o altro e invece scopro laureato da 1 mese, che tempi!
Comunque il tizio in giacca è innocuo e anche un po’ ingenuo, ma volenteroso, in fondo fa quasi tenerezza, non ne azzecca una, ma fa tenerezza.
La tizia invece non si affronta proprio, continua a chiedere di poter leggere questo o quel trattato inculcando ai prof la falsa idea che la gente lì faccia solo la scuola; tesoro tu forse, ma io già non riesco a mangiare!| mi ci manca il trattato solo sull’art. 2 del c.p., ma sei scema? senti il desiderio di morire giovane? E quando facciamo il concorso di persone che mi devo leggere? Il Giuridico? No, dimmi? Cassazionista dei miei stivali! (appena laureata per inciso).
il meglio, comunque è il prof di commerciale, tale Guerrieri, da poco prof, che mi sembra abbia confuso la sua poltrona con quella di Dio, difatti volevo regalargliene una bianca...così si immedesima meglio, lui e la sua cazzo di simpatia inesistente, corredata da un insopportabile assenza del bisogno di prendere fiato, una macchina da calcolo, un freddo e sterile bilancio: attivo/passivo.
detto questo noto che un tutor è la mia assistente di tesi (gioia immane), ciò vuol dire che non passerò mai quella materia, se ne parlo o ci penso mi risale la trigeminale lì di aZ, lasciamo stare va’....
mi consolo un po’ con Galgano, che sta indubbiamente peggio di me ed è irriconoscibile, ho capito che era lui solo dopo che ha riproposto una famosa frase di Giusti a lui cara...non si offenda prof, lei è sempre un grande (anche se metà della dottrina italiana La odia..), ma davvero lasci stare, si riposi, Lei è una grande cariatide del diritto (secondo voi il figlio cita il padre come dottrina? e che scrive? Deve fare un effetto strano…), da ricordare per quel che era, la malattia l'ha intaccata è inutile.
Ma d’altro canto se c’è la fa Lei, nonostante la verve sia un po’ scesa, io posso scalare l’Everest senza i suoi 4 Bay pass, no? Questo si chiama amore.

martedì 6 novembre 2007

enzo biagi

stamattina, poco dopo le 8, è deceduto Enzo Biagi.
profondo cordoglio e dispiacere.
Riposi in pace, possibilmente senza speculazioni.

domenica 4 novembre 2007

domenica pomeriggio


domenica pomeriggio.
relax, troppo relax dopo due giorni un po' movimentati.
pessima idea: tv.
senza fare nomi.
gara di CULTURA????!!! tra 2 aspiranti, presunte, non so', veline.
conduttore: l'ha scritto Bram Stocker, è la sua opera più famosa..(già qui....)
velinetta: ...........????chi è?
conduttore:....è la storia di un uomo che ha dei denti affilati i ca..i ca... i ca...., dai......
velinetta2: iiiiii........iiiii......uhmmmmm, bohhh
conduttore: i can... i can.....
velinetta2: uhmmm????
conduttore: e vabbé i canini, la persona possiede un titolo: è un co, è un....è un co
velinetta1: titolo???
conduttore: titolo nobiliare..è un con...è un con..
velinetta1: è un conte!!! batti mani giubilo generale!!!!
conduttore: chi è? come si chiama il libro????
velinetta2: il conte di Montecristo!!! eh eh eh c'ho messo un po' (e non hai capito una ca... )
conduttore: no, pensa (aarddduuuooo..)...dai i canini, è un conte..vai su....cercalo!!!!
velinetta: non lo so....odddiiiiioooo
il CONTE DRACULA!!!!! CRETINE!!!!!!!
Conduttore: passiamo oltre
conduttore: Louis Carrol...scrittore di una delle favole più famose (amante, troppo amante di bambine aggiungo io), ha scritto di una bambina che finisce in un paese..è un fantasy (?)
velinetta1: uhmmmm..faccia pensierosa ah ah dove va?
conduttore: aspetta....incontra un animale un co..un co....un co...
velinetta2: un cocomero! (un cocomero????ma che c'entra? i cocomeri sono animali?)
conduttore: (quasi basito..ma poi non è vero) no animale! un con..un con...un con
velinetta2: un coniglio, un coniglio!!!
conduttore: brava! (mah), poi incontra uno str...uno stre..ricordate fantasy..
velinetta1: una strega! (il maschile cazzo, il maschile!!!!)
conduttore: no! uno streg...uno streg....
velinetta2: uno stregone!(Dio perché?)
conduttore: uno strega..uno strega....
velinetta1: uno stregato??? (notate l'assenza di doppia)
conduttore: brava!!!!! HA DETTO STREGATO, NON STREGATTO!!!!vabbè diciamo che la pietà ha preso il sopravvento!
conduttore: cercatelo!!!
velinette che corrono dai libri inguainate in una minigonna a pieghe stile collegiale oltremodo imbarazzante, che mostra ogni cosa, si dirigono verso una pseudo libreria!!!frugano, frugano..
velinetta1: ecco....Alice nel paese delle meraviglie....
velinetta2: CICERONE!
CICERONE??????? ma Cristo CICERONE?????????
................
annientata....senza parole.......

giovedì 1 novembre 2007

buona notte


Non ricordo le tue mani sul telaio,
ricordo però come lo guardavi, là nell'angolo,
come guardavi me, se mi avvicinavo,
allora ti chiedevo e dicevi che era memoria del passato, memoria di nonno,
gli occhi lontani.

Ti ricordo ridente, nonostante la grande gonna nera di chi è sola presto,
operosa, mentre attendevo con ansia i culurgiones insieme ad Antonello che tornava bambino, e io ero felice.

Ti ricordo imbronciata, apprensiva se i figli non ascoltavano, o io non ascoltavo,
ricordo le lezioni di educazione e di rispetto, di vita, semplici ma perfette.

Ti ricordo mentre tentavi di parlarmi solo in Italiano, il sardo agli anziani dicevi, io dovevo essere Italiana, ma senza dimenticare,

Ti ricordo due anni fa, d’estate, l’ultima volta.

Ti ricordo ora,
hai scelto questo giorno per cortesia, per non disturbare due volte,
per semplicità.

Ti ricordo senza lacrime, come vorresti,
ora ti ricordo in vita, non fredda,

Buonanotte nonna.