martedì 29 gennaio 2008

pilloline, per gradire..



Elezioni anticipate: Berlusconi, Fini e Bossi, che sommati rappresentano, ahimè, quasi la maggioranza del paese, desiderano elezioni subito, sapendo di vincere e consci di dover sfruttare al massimo la disillusione che serpeggia tra la gente. Ma attenzione! Confindustria, Confcommercio, ma soprattutto la Cei sono scesi in campo, tacciando, tra le righe, gli esponenti di destra di opportunismo e mero attaccamento al potere, conclusione? Non ci saranno elezioni anticipate potete scommetterci, non tanto per il figliol prodigo di casa Agnelli, né per i poveri commercianti, ma per la Cei, Bertoni ha espresso il volere del Papa, così sia, amen, io vi benedico.

Strage di Erba: oggi si è aperto il processo agli amabili vicini di Erba, gli innamorati sorridevano alla richiesta di ergastolo del p.m., un signore fuori, pare in fila dalle 5.00 del mattino, ai microfoni di un Tg afferma più o meno quanto segue: “Ognuno ha i suoi hobby, io ho quello dell’attualità, sia nera che rosa, quindi mi guardo il processo”.. Ricapitolando il signore è stato in fila dalle 5.00 per entrare in un’aula di Giustizia (in cui io avrei vietato le telecamere e la gente), per seguire il suo hobby, per un momento di svago, del resto un hobby come un altro, chi non ha l’hobby di guardare foto di corpi sanguinanti per svago e piacere? di che ci si stupisce? Io leggo, vado al cinema e a teatro se capita, lui frequenta aule di Giustizia in cui si discute di delitti efferati, immagino fosse anche a Cogne e a Parma, sarà anche necrofilo? Oh gli hobby son hobby, Vive l’Italie!

martedì 22 gennaio 2008

ancora e ancora



Toto’ Cuffaro, che uomo meraviglioso, un vero stratega, un artista del falso e dei media. Un genio. Solo in Italia. Che accade? Accade che il Signore qui si becca una condanna a 5 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, oltre, e badate, all’interdizione PERPETUA dai pubblici uffici (questo già significa che se la sentenza diviene definitiva TE NE DEVI ANDARE!!lo sai Toto' questo?) e che fa? Che dice? Che è felice! Lui è felice perché ha provato la sua estraneità ai fatti! Ma davvero? Io questo passaggio della sentenza me lo sono persa, proprio non l’ho trovato, come non ho trovato nessun accenno all’associazione semplice per cui sarebbe stato condannato. Associazione semplice? E che è? Ma dove l’ha letta l’Associazione semplice? Ma dove sta scritto il reato di associazione semplice alla mafia nel nostro codice penale? Bah, io non lo conosco, ma nemmeno lo trovo, ci credo che si batterà e vincerà la battaglia per farlo abolire, non esiste.
Carissimo Toto’, non hai niente per cui combattere, va bene così no? Sei ancora lì, avevi detto che ti saresti dimesso anche solo per una condanna in primo grado e invece no! Ricorrerai in appello mi dicono, bene, bravo è un tuo diritto, in bocca al lupo iena.
In tutto ciò quel che è peggio sono i media, che schifo, che tristezza, gli danno retta, cazzo gli danno retta, si sente ovunque rimbalzare questa stronzata dell’associazione semplice e quindi dell’estraneità di Cuffaro alla mafia, ma solo una dubbia (?) condiscendenza nei confronti di pii soggetti quali: Domenico Miceli, Salvatore Aragona e Giuseppe Guttadauro, ma lui no, povero, lui mica favoreggia la mafia! Nevvero Corriere? Nevvero Repubblica? Nevvero TG5? Plaude anche il Cavaliere, esulta l’amico PierFerdinando, Cuffaro è salvo, la credibilità è fottuta, ma fa niente, la verità è che non ne vale la pena, che amarezza, viva l’Italia.

domenica 20 gennaio 2008

e vabbé..

Mi devo abituare, non è facile, si, è faticoso guardarsi, lo è perché la mia vita è cambiata e non ho ben capito chi lo ha deciso, se qualcuno lo ha deciso, la cosa nemmeno mi garba sotto alcuni punti di vista, è difficile è perché devo abituarmi alle presenze fisiche, non è facile, e scusa, mille volte scusa se non tengo conto di te, se non quando sono sola, mi imbarazza doverlo fare e forse mi innervosisce anche.

Allora scusa se non riesco a coordinarmi, se sono singolare sempre se non userò mai il plurale –non lo voglio usare-, scusa se faccio le figuracce perché tralascio le prime impressioni con i tuoi amici, ma il punto è che me ne frego, e godo anche nello stare antipatica, mi concede più libertà.
Ancora scusa se diserto e non dovrei, scusa se non ho limiti, scusa se non ti credo e ti guardo scettica, sono così, mai cambiata in fondo, ma avuti nemmeno troppi peli sulla lingua, assenza di coordinazione, ma il bello è che mi sopporterai a breve termine e non lo sai, ma lo saprai come lo so io e non per causa mia, e poi te l’ho sempre detto che non ero facile tutt’altro, ma tu non ci vedi bene evidentemente.
Scusa, anche se non me le hai chieste so che avrei dovuto fartele, ma non credere che te le rifaro, è una questione di abitudine.
Scusa le mie fisime, scusa se fra poco diventerò ironica e poco seria, cercherò di contenermi, scusa per il pubblico, scusa per me, per te, per tutti e a tutti.
Scusa il mio menefreghismo, ma che in fondo è relativo e inesatto, questo lo sai. Ho promesso a me di impegnarmi senza impegno, per me più che per te, per una questione di età e di maturità, per una questione di diversità di situazioni, per una questione di conservazione personale, per una questione di sfida, per una questione di mettersi alla prova, per una questione che ti voglio bene, per una questione di termini brevi da impegnare, per una questione che non so nemmeno bene dove sono messa e vorrei capirlo, per una questione di sensazioni, per una questione che me lo devo, no, me lo devi.
Ça va mieux pour l'instant?

domenica 13 gennaio 2008

a voi


ieri,
i vostri volti, le luci
accecanti, illuminanti,
le vostre teste, le vostre bocche, le vostre parole,
sarebbe stato un bene il buio.

In là ho visto il tuo sguardo perso,
si è perso anche il mio col tuo sai?
le tue lacrime sono le mie,
le vostre lacrime sono le mie.

Il castello non avrà lo stesso sguardo domani.

domenica 6 gennaio 2008

insane

La memoria non è mai obbediente, è buffa e sbruffona, crudele ed insicura, si prende gioco dell’uomo, ride sorniona dei nostri sforzi. L’uomo pensa sempre che la memoria gli restituisca il passato intatto, pensa di averlo dentro di se in ogni occasione, e in ogni occasione sia pronto ad emergere. Così se attraversa una città che si pensa nota, volge lo sguardo intorno convinto di ricordarne i luoghi, non sa di essere, in fondo, fuori luogo in ogni luogo, poiché ogni spazio muta forma e allora il bar non è la dove lo si ricorda, il giornalaio non è lo stesso della memoria, le facciate non son le stesse, anche se giacciono placide sui quei luoghi da secoli.

Bologna non è bianca di neve oggi, non lo sarà questo anno, Castelletto lo è stata per poco, il tempo di una piccola magia da vendere ai bambini di domenica.

Bologna forse è uguale a ieri, a quattro mesi fa, ma questo non è vero, Bologna non è mai uguale a se stessa, muta con le stagioni, per dispetto si veste e si sveste di nuovo, infinitamente, Bologna confonde, non è adatta alla memoria.

A Bologna nascono e muoiono negozi ogni due mesi, muoiono e nascono uomini ogni giorno.

A Bologna via Zamboni non si confonde più con via Rizzoli, puoi vederle unite se le percorri dal basso, ma è un unione bugiarda.

In via Rizzoli c’è Bologna la ricca, in Via Zamboni il vociare degli studenti si spegne presto, non sopravvive alla notte, la notte e trincea da evitare, i portici non rassicurano, il Teatro è spento, le signore non vanno in pelliccia tra le evacuazioni di cani e sbirri troppo annoiati anche solo per pensare.

A Bologna tutto si spegne presto oramai, se sei donna devi preoccuparti del come tornare, se sei uomo quasi non vorresti una donna da difendere nella notte.

Bologna ha perso lo smalto e la sua ricchezza, Bologna non è più capitale dell’arte, né di cultura, a Bologna gli spettacoli teatrali sono cari e non sempre belli, le letture mai oltre le sei.

E’ vero, si beve ancora del vino a Bologna, ma ormai preferisco quello di Castelletto che affonda tra i monti ed è più sincero, quello di Bologna è annacquato di avidità, non vi sono né sorrisi, né vini noti a Bologna, vi sono solo dei visi noti con cui ancora bevo volentieri, in casa, da Max o da Maurizio, il resto è vuoto, luoghi che la memoria non mi rende più come un tempo.

Si, via Santo Stefano è lontana da me e occupata da altri, non si balla più in via Santo Stefano, né si gioca o ride, si sta attenti nel freddo, dimenticando il resto.

Le osterie oramai non raccolgono più speranze buttate tra il tavolo e il vino, tra l’amore fatto al freddo, per il freddo, le osterie ora raccolgono solo denaro e gente composta.

Via del Pratello chiude tra puttane e puttanieri, tra Balocchi e stronzate senza consistenza, le drogherie muoiono lente, è un'agonia, non sento più l’odore del vino offerto insieme al formaggio, non solo per ubriacarsi, ma per parlare e ridere allegri disquisendo su Sartre, pensando a Parigi, o Màrquez per andare lontano.

Bologna si è persa, a Bologna dicono ci fosse il comunismo, ma io non l’ho conosciuto, è morto nel settanta tra le macerie delle radio libere che qualcuno tenta di replicare. Le radio libere sono morte sapete? Sono morte nel settanta insieme ai comunisti, agli anarchici e ai sogni ingrigiti dietro le scrivanie.

chiudono sfatte anche le belle ad antiche librerie di Bologna, nell’indifferenza dei passanti che non vi entrano più, nella costosità dei vostri articoli e ogni volta piango di non avere tanto denaro, vi lascio morire senza celia, senza il disincanto che dovrei avere.

Bologna corrode il suo stesso male con un male più grande, Bologna si distrugge da sola nella miseria nascosta di coloro che restano insultando chi va.

A Bologna sopravvivono Max, Maurizio, Castelletto che non è Bologna e i vicoli intatti, ma sta diventando bugia.

Ieri ho rimpianto Nuoro per un attimo, solo uno, ma ho pensato che a Nuoro ho visto te come non ti vedevo da anni, ti ho vista viva, ti ho visto vivere senza programmi come non pensavo fossi più in grado di fare, ti ho vista ridere e piangere con lo stesso ritmo lento, incurante, bello solo come può esserlo il vivere che io fatico a riafferrare, ma ci provo, mantengo la posizione.
Ti ho vista e ti rivedrò ora che vieni qui, da me, nel mio sconclusionato mondo che gli altri immaginano preciso e ordinato, da avvocato, ma che avvocato non è e forse non sarà mai.

Si, Nuoro, che non è madre generosa, mi ha reso il volto placido della sua finta immobilità, mi ha reso i volti cari che pretendo di ritrovare quando atterro a Olbia e tutto è proiettato più giù, di questo la ringrazio.

Ma anche queste sono malinconie sciocche di un attimo, lasciano il tempo che trovano tra i troppi libri ammucchiati e le troppe persone da accontentare e non ferire, non ferendosi,
la verità è che Nugoro amada è una bugia, Bologna forse no, per ora.