lunedì 25 giugno 2007

elogio a Oriana Fallaci



ieri me ne stavo tranquilla a cazzeggiare col computer e con la mia coinquilina alla fine abbiamo optato per un excursus comico - italiano.
quindi ci siamo viste molti comici, tra cui una signora della TV figlia di... ed è stato il momento dello shock.
in uno dei suoi sckech (non so riferire dove e se sia andato in onda...erano pochi minuti scaricati da internet) vedo la Sig. imitare Oriana Fallaci e uscirsene con frasi raggelanti.
allora ho deciso di scrivere io una letterina alla signora in questione, così come a tutti quelli che in questi anni l'hanno tacciata di fascismo, stupidità e ignoranza, così equilibriamo la situazione.

egregia signora,
vede io ho conosciuto la signora Fallaci molti anni or sono, me l'ha presentata mia madre quando ero a malapena adolescente, me l'ha presentata così bene che ho letto tutti i suoi libri, che stanno accuratamente disposti in casa mia e molti articoli di giornale conservati da mia madre nel tempo.
questa mia conoscenza mi permette di sottolinearLe che Oriana Fallaci non ha scritto solo "la rabbia e l'Orgoglio" e "la forza della ragione", deprecabili, ma che non fanno la storia, né tanto meno la vita, di Oriana Fallaci.
detto questo mi premurerò di rispondere alle Sue battute sulla signora Fallaci, anche se la suddetta saprebbe farlo mille volte meglio di me, ma ahimè è cosa oramai impossibile.
iniziamo.
Oriana Fallaci è filo americana? ma non mi faccia ridere, Lei come del resto altri! si è premurata di leggere mai "Un uomo"? lo faccia e vedrà che ciò che la Fallaci scriveva sull'America, Lei, mia cara, darebbe un occhio per riuscire a scrivere anche solo la metà di quello che ha scritto Lei, come lo darebbero tutti gli altri che prima e dopo di Lei l'hanno tacciata così, semplicemente la signora Fallaci ne ha visto e denunciato il marcio come il buono, negli ultimi anni solo il buono glielo concedo, ma non dimentichi che l'America l'ha accolta quando in Italia la evitavano come la peste.
comoda sui tetti di Manhattan? Lei, invece, lotta ogni giorno con la fame e con gli stenti del vivere in un attico a Roma o Milano forse?
ma a prescindere cara signora vorrei comunicarLe che mentre Lei nasceva, o forse non era nemmeno in progetto, Oriana Fallaci era una delle prime donne in Italia corrispondenti estere di guerra, sempre mentre Lei nasceva e qualcuno era, invece, in fasce e sporcava il pannolino, la Fallaci si beccava pallottole in Piazza di città del Messico, una machettata in Cambogia, l'espulsione e il ritiro di ogni scritto su piazza Tien an Men in Cina, si vedeva ritirare il Passaporto in America dopo la sua intervista a Kissinger, ma forse non basta.
la Fallaci è guerrafondaia, ah si? davvero? non ho mai letto un solo rigo sul punto in tutta la produzione giornalistica e letteraria, l'ha sempre e solo ammessa come rivolta del popolo, "Niente e così sia" vi lanci un occhio, poi mi dirà ( lo consiglio anche agli altri), perché vede la Fallaci in Vietnam c'è stata e i morti li ha visti, non li ha sentiti raccontare, né li ha semplicemente letti nei libri di storia, idem in Messico, Lei c'era, non borbottava vestita da Uma Turman in un comodo salotto televisivo o in teatro, con rispetto parlando.
ma se questo come è ovvio non è una giustificazione alle sue recenti affermazioni, non lo è nemmeno il fatto che lei ha giudicato, come molti, solo in base ai suoi ultimi scritti.
scritti che l'hanno portata nuovamente alla ribalta in maniera indegna come solo l'Italia sa fare, come solo la politica sa fare, è diventata il baluardo letterario di destra post-moderna, ahi gioite la destra ha finalmente un intellettuale dalla sua parte! ma quando mai?
E' una fascista? no, non credo, non lo avrebbe combattuto da ragazza, né da adulta con Panagulis, strenuamente, vede da qui è iniziata la rottura con l'Italia e la sua gente, quando vennero, Lei e Panagulis, in cerca di protezione dal regime Greco nessuno gli diede udienza, solo un uomo: Pertini, un Pertini non ancora Presidente che poco poté fare per loro, gli altri alla macchia, ragion di Stato la chiamano.
Antiabortista? semplicemente ogni donna sterile, o che meglio non è mai riuscita portare avanti una gravidanza, non comprende e mai lo farà chi sceglie di non procreare, poi che qualcuno ne faccia un baluardo cattolico di comodo è un altra storia, anche considerando che la Fallaci come più volte sottolineato da Lei stessa del Vaticano apprezzava l'arte, il resto non esisteva, tra l'altro quel libro è uscito nel 1975, non ieri e non dopo l'11 settembre, ma qualcuno se lo è ricordato a comodo suo.
La Fallaci è anti.araba, probabile, ma ben prima dell'11 settembre, mia cara, mai letto Inschallah? Le hanno mai ucciso una collega musulmana per malcostume? Ha mai intervistato Khomeini, mai girato in Yemen, mai stata in Libano durante la venuta dell'ondata integralista, portata dall'Olp che tuttora si trascina in una forte instabilità e che semplicemente ha cambiato nome dopo la conversione moderata dell'Olp, conversione che ha portato il nobel ad Arafat? dubito, nemmeno io ma almeno sto zitta e non taccio qualcuno di ignoranza solo perché non approvo il suo pensiero.
daccordo le concedo una presa di posizione oltranzista negli ultimi anni, da me per prima non condivisa, ma la reputo la filippica di una donna sola che ha trovato conforto in America infine, quando qui non era amata, ma considerata scomoda, ma soprattutto resa rancorosa dal troppo dolore subito in vita, mi sbaglierò, ma la Fallaci non è solo una scrittrice, è stata una grande giornalista e una donna con le palle quadre come poche ce no sono, non saranno i deliri di una vecchia divorata dal cancro, croce della sua vita e mai sconfitto, a farmi cambiare idea.
non approvo gli ultimi due libri scritti dalla Fallaci, hanno molto deluso me come mia madre del resto, ma vorrei capire chi è santo qui e chi si può permettere di giudicare, né tanto meno questo fa si, mia cara signora, che si possa sentir dire da una nata e vissuta nella bambagia, che probabilmente la cosa più pericolosa che ha fatto è un programma censurato, che la Fallaci ha sempre vissuto comoda a Manhattan, la cosa assume tratti grotteschi e intollerabili.
le dirò di più, le dirò cosa in fondo disturba me, disturba che negli ultimi anni se ti scagli contro l'America e il suo orribile sistema sei filo-arabo, mi disturba che se sei di sinistra appoggi la Palestina contro Israele, e viceversa, mi disturba la schematizzazione ridicola di questi anni, il completo rinnegarsi della storia di ogni popolo, mi disturba la perdita della ragione, l'oblio dei fatti, l'esaltazione di esseri che andrebbero aborriti esattamente come i governanti del nostro tempo, mi disturba che in Italia sia ridotto tutto a destra e sinistra, mi disturba che una donna con la vita della Fallaci diventi il baluardo di soggetti come gli esponenti della Lega dopo una vita passata denunciare gli orrori e l'ignoranza di ogni regime e per converso sia sbeffeggiata da Lei, mi disturba quando sento: ah se la pensi così sei di destra, ah se la pensi così sei di sinistra.
mi disturba che non vi sia nessuno capace di denunciare i mali di ogni dove, del nostro occidente come dell'oriente, senza che sia etichettato in qualche maniera.
mi disturba ancora l'osannazione di esseri che in quanto umani sbagliano, nessun uomo e immune all'errore e nessun uomo dovrebbe vedere tutta la sua vita rinnegata da due scritti, o da un errore di valutazione e sentirsi chiamare terrorista per questo, o sia esso anche un profondo cambio di pensiero, sia quel che sia, ora, nell'immaginario collettivo, la Fallaci non può e non deve diventare una donniciola frivola e ignorante.
questo solo perchè a Lei e a altri non sta bene quanto scritto nei suoi libri, badi a Lei come ad altri in fondo il suo scheck mi serve per sfogarmi di tutti coloro che la pensano come Lei, m'innervosisce questo cambio radicale: da osannata negli anni sessanta dalla sinistra anti-Vietnam, nonché dalle femministe è ora amata dalla Lega, fra un po' da forza nuova che tristezza, davvero una fine orribile, la peggiore, forse cercata, è morta scomoda come è vissuta.
in ultimo mi disturba lo scarica barile, mia cara signora, Lei che tanto difende il popolo dovrebbe sapere che la gentaglia che governa le nostre nazioni cosiddette libere, l'ha scelta proprio quel popolo che tanto difende, è così, né noi, né la Spagna, né l'America, né l'Inghilterra sono regimi, ciò che noi abbiamo creato si è rivoltato verso quei popoli, proprio ciò che noi abbiamo messo lì e che non siamo stati in grado di buttare giù a suo tempo, è in fondo il popolo credulone il primo male del mondo, non certo donne come la Fallaci che fanno il tempo di uno scandalo di due giorni.
ricordo una frase che suona più o meno così: l'Europa è un continente la cui popolazione intelligente è governata da un pugno di idioti, l'America è una nazione di sciocchi governata da pochi uomini intelligenti, chi disse questa frase non ha conosciuto i nostri tempi.
La prego di perdonare questo sfogo, ma mal tollero la distruzione di una persona per poche affermazioni fatte rispetto al generale della propria vita, anche perché in tal caso non vi sarebbe uomo o eroe esente dalla demolizione della propria esistenza e ciò è ridicolo, a prescindere.

Cordialità

mercoledì 20 giugno 2007

il caimano

qualche giorno fa, leggendo il suo nome su un forum, mi è tornato in mente il grande Franco Cordero.
Franco Cordero è uno degli ultimi grandi giuristi viventi in Italia, processualpenalista di eccellenza e di grande acume mentale, non disdegna la scrittura di bei saggi sociali, scritti in genere ed editoriali, questi ultimi soprattutto su Repubblica, e proprio in uno di questi editoriali paragonò Lui ad un Caimano, soprannome a cui si rifara un noto regista in un suo film.
geniale il paragone, ottima la copiatura artistica, anche se il regista non lo ha particolarmente sottolineato...
sull'onda di Cordero ho ripreso in mano il suo "nere lune d'Italia", dove narra di politica, costume e diritto alla sua maniera, con riferimenti ed osservazioni al Caimano uniche, se non lo avete letto fatelo..(o anche le strane regole del signor B., ma invero meritano tutti), ed ho iniziato a fantasticare.
e se il Caimano morisse???
se in una delle sue arringhe nazional-popolari nel salotto nostrano andasse giù, disteso per terra, in maniera scomposta ed esangue, per davvero??
che succederebbe?????
parlando per esagerazione io me la immagino così la sua dipartita:
nel mezzo del suo empatico discorso si fermerà un istante, l'istante dell'eterno, sorriderà e....pam a terra! scomposto, ma subito ricomposto da un terrorizzato anfitrione, i presenti (diavoli!)si eclissano, scompaiono, controllano le tasche, sarebbe capace di incastrare qualcuno per avvelenamento Lui, ma Lui no, stavolta no.
mobilitazione nazionale, volo intercontinentale dell'areonautica militare per prestigioso ospedale Bostoniano, in cui ahimè, dopo aver rilasciato le sue ultime volontà, dopo aver di suo pugno, nonostante il coma, redatto i nuovi dieci comandamenti, Lui ci lascerà.
accanto la madre, la moglie, l'altra no, oramai è corrispondente estera non ce la farà...,i figli impazienti (impazziti) tutti.
fuori i colleghi, gli amici, i camerati pronti al primo comunicato stampa, di cui è incarica la Supposta n. 2, ed ex diavolo come pochi sanno, tutti attoniti, ma speranzosi: stavolta si vince, solo uno piange sincero, il fidato segugio del quattro, impietrito tenta di immolarsi gettandosi da 34' piano dell'ospedale, ahimè inutilmente, vi sono le grate.
funerali di Stato presieduti dal Candido vengono organizzati, si intesseranno lunghi arazzi azzurri e fiori rigorosamente in tinta.
il gran Capo giungerà mesto tentando di tradurre good by in Italiano, chiedendo se può comunque venire in ferie da queste parti....qualche leader non presenzierà per tenere le redini del mondo, che nella prevista messa di 8 ore potrebbe irrimediabilmente andare in mano al diavolo e Lui non ne sarebbe sereno......
il giorno dell'addio vi sarà commozione enorme, inarrestabile, tutti uniti, lodi infinite dell'uomo della storia, frasi del tipo: è stato un grande uomo, un uomo che ha fatto la storia dell'ultimo ventennio (sigh!), diverrà statista... il popolo osannerà a suo modo, ma infine sarà un cordoglio che durerà l'arco di due giorno, il tempo di un lutto nazionale, poi sarà buono per citazioni di bassa propaganda, sarà buono per commuovere, sarà buono per biografie non autorizzate atte a risollevare l'economia crollata, sarà buono per il turismo morboso di massa, lo stesso che fa la fila a Cogne.
d'altro canto in tutto questo qualcuno, invece, potrebbe sorride..
e se poi invece tutti tirassero un sospiro di sollievo?????mahhhhhhh
o ancora se morisse in solitudine abbandonato da tutti.
in fondo ci mancherebbe, mancherebbe anche a molti comici e ci sarebbe una strenua ricerca di qualcuno in grado di sostituirlo....si, pensandoci però... forse già esiste...
p.s. si precisa che quanto scritto è di pura fantasia...ogni riferimento a fatti e/ o persone è al solito puramente casuale..

martedì 19 giugno 2007

fine settimana cinefilo...

è stato un buon fine settimana rilassato.
venerdì in casa a gustarmi riposo e buon cinema, per l'occasione ho rispolverato uno dei miei cult cinematografici: il declino dell'impero americano di Denys Arcand.
un film a mio modesto avviso veramente degno di nota.
non ha una storia particolarmente elaborata, o avvincente in maniera spropositata, un mero scorcio di vita borghese, di miserie borghesi raccontate da dialoghi sublimi e bravi attori.
in particolare splendidi i dialoghi maschili, più riusciti e divertenti di quelli femminili, anche se entrambi in fine nel riunirsi diventano amari, è sicuramente un ottima commedia amara.
poi per rimanere sullo stesso regista, ma dimenticando "le invasioni barbariche" mi sono gustata la sua ultima produzione: L'Âge des ténèbres, inedito per me, ma anche per molti devo dire, è uscito quest'anno, non l'ho beccato al cinema e ho faticato per averlo, non solo l'ho visto in lingua francese, e per questo l'ho rivisto due volte per capire appieno il tutto.
conclusione? Arcand invecchia bene e centra ancora il bersaglio delle ipocrisie e delle solitudini contemporanee, anche questa è una commedia amara, sottile, non corretta politicamente, narra di un uomo in cerca di evasione, senza volerla realmente, o meglio rendendosi conto dell'inutilità della ricerca.
Arcand anche qui non cade nella trama e come mi aspettavo da lui ottimi dialoghi e bravi attori!
sabato giornata sempre in relax e visione di due soli film: l'uomo in più di Sorrentino, anche questo per me in seconda visione, ma sempre meritevole, Sorrentino è bravo lo si sa, Servillo lo è quasi di più, meravigliosa l'interpretazione di Tony ((ispirato a Califano) come Antonio è ispirato al calciatore De Bartolomei , bravi attori e l'amarezza del mancato riscatto, ne fanno una miscela triste, l'unica cosa che si spera è uscirne, intatti, se si può, dalla vita.
seconda visione del giorno: la casa dalle finestre che ridono di Pupi Avati, mamma mia...avevo quasi dimenticato il periodo giallo di Avati, e bravo Avati rendeva nel genere, bravo un gran bel film, si gusta piacevolmente e alla fine ci sono dei buoni colpi di scena, ottimale...consigliato...che Avati dovesse continuare su quella scia? per me si.
poi la sera mi sono concessa il concerto di Meg, brava, molto brava, ma sabato è stata avara e avrà suonato si e no 1 ora, nemmeno, un peccato, ma la adoro comunque e pertanto sono in attesa dell'uscita del suo nuovo album.
in sintesi serata piacevole, solo gradirei che non mi si dica che condiziono le scelte altrui se dò un consiglio, peraltro richiesto, dato che nella media non ne dò a sproposito, ma mi limiterò ulteriormente sul punto, tranquilli tutti, non sia mai che sia pure responsabile dell'altrui, oltre che di me.
domenica ho ripreso la mia rilassante filmografia...e ho spaziato nei generi.
iniziando con (dato il mio umore) Sin city ispirato ai fumetti di Miller, registi Robert Rodriguez e Tarantino...bel film, pieno rende perfettamente merito ai personaggi di Miller, in particolare ho apprezzato quello sulla città vecchia e le prostitute, ma ammetto un debole per Benicio del Toro, e poi mi piacciono i film in cui le donne non sono sono proprio delle donzelline indifese da salvare......l'ho trovato un episodio intrigante, ma dò una menzione anche all'episodio di Goldie e il bestione tenero (un irriconoscibile e bravo mickye rourke).
un po meno, ma comunque assolutamente meritevole, l'episodio con Bruce Will, non so ma non mi convince lui in realtà, badate nella parte si calava bene....solo non lo amo molto come attore..
comunque è un film che scarica i nervi, non ci vuole nemmeno un eccessivo stomaco, a parte due o tre scene, ma sono più che altro raccontate che viste nel dettaglio..
dopodiché, dopo una dovutissima pausa, mi sono dedicata al leggerissimo "Nicotina la vita senza filtro", spassosa commedia spagnola e Messicana di Hugo Rodriguez, su come si possa tranquillamente crepare anche se si smette di fumare, da bravi bambini...in effetti si crepa uguale.
la storia narra di un gruppo di ragazzi che chiede ad un amico i codici di una banca svizzera, questi (mentre spia la vicina con 300mila telecamere) riesce da bravo hacker ad ottenere quanto chiesto, ma nel delirio dell'essere sgamato dalla vicina come guardone, confonde i cd, consegnando all'amico un video su di lei, da qui la strada diventa un campo di battaglia, gansters, parrucchieri, ragazzi e sbirri si scannano per dei diamanti, come vedete si muore anche smettendo di fumare, e io fumo e me sbatto almeno fino a trent'anni!...
poi la tv, ma stavolta regala qualcosa di decente: "Speriamo che sia femmina", di
Monicelli, con il meraviglioso Noiret di Nuovo Cinema Paradiso, anche se ahimè abbandona presto la scena, lasciandola alle donne vere protagoniste di questo film, vere detentrici della scena e della forza, qui c'è anche una giovanissima Giuliana de Sio, un attrice che a me piace, ma che ritrovo poco in film di spessore o in film in cui io la vedrei bene, in ogni caso questo bel film è ultimo baluardo della commedia all'italiana che però fa pensare con la dovuta discrezione, senza eccessi, con dignità!
in ultimo "La sconosciuta" di Tornatore, film di cui non ho amato la critica, né la condivido, di fatto non condivido l'accusa di fruizione hitchcockiana inadatta a Tornatore, no per nulla è vero è un film cupo, tragico, profondamente solitario, ma ben fatto, pieno, non vedo cadute nella trama, trovo la protagonista brava e le musiche di Morricone come sempre perfette, un film da gustare, ma soprattutto da capire sino in fondo, era la seconda volta che lo vedevo, eppure era la prima, meritevole, bravo Placido e in fondo brava anche la Gerini, e poi chi ha detto che Tornatore è allegro???

sabato 16 giugno 2007

la moratoria internazionale contro la pena di morte


da qualche tempo alcuni Stati Europei, con in testa l'Italia, si stanno adoperando affinché l'ONU bandisca definitivamente la pena di morte.

iniziativa lodevole, ma di facciata.

mi spiego meglio.

qualche tempo fa mi è capitato di imbattermi (ovviamente a tarda notte) su un documentario che trattava delle condizioni delle carceri nel mondo, in correlazione con la pena di morte di cui quegli stessi Stati erano dotati.

un documentario estremamente ben fatto, lucido, reale e al contempo agghiacciante, profondamente inumano.

dal Ghana alla Russia, dall'Iran allo Yemen, passando per le Filippine.

alcuni di questi Stati non sapevo prevedessero pena di morte, forse vigliaccamente non avrei voluto saperlo, ma soprattutto non immaginavo potessero essere concepite carceri di quel genere, carceri privi di finestre, sotterranei in cui per anni e anni si priva il detenuto del sole, dell'aria dell'acqua, dove si preferisce morire per una pallottola che tra i tormenti di fame e malattie.

carceri dalle celle larghe 50 centimetri e alte 1 metro, solo un misero metro, impossibile anche solo alzarsi, impossibile mangiare, impossibile non impazzire, impossibile non invocare la morte, non desiderarla come l'unica via, e lo è.

la gente rinchiusa la dentro si dichiarava fortunata se veniva trasferita nelle carceri cittadine, dove le celle erano almeno alte anche se le si doveva dividere in 4 o 5 detenuti.

questo era il pensiero di quei pochi detenuti intervistati, ma questi che parlavano già voleva dire che erano lì da poco, perchè come diceva un operatore del settore dopo qualche mese smettevano di parlare, in media, l'80 % dei detenuti.
ma in fondo non era necessario intervistare quelle persone, o cercare di farli parlare, bastavano i loro sguardi, i loro occhi vacui, non vi si leggeva più nulla, nulla, nemmeno più il terrore, semplicemente niente.

e allora sia eliminiamo la pena di morte, va bene, sono favorevole, ma quella gente? con quale cuore si può lasciare che quella gente viva il resto della propria esistenza in quei luoghi?

moratoria sia, ma poi? la nostra coscienza sta meglio? la mia no.

quella gente implorava la morte lo ha detto, dichiarato, quella gente spesso detenuta per reati che da noi prevedono un anno di carcere desidera spasmodicamente la morte, la desidererei io per prima, la morte lì è un atto pietoso.

abolire la pena di morte, non solo non basta, ma è per loro la definitiva condanna, l'eliminazione dell'ultima speranza.

No, non mi basta, prima bisogna pretendere processi se non equi almeno che avvengano, che esistano, che si facciano, bisogna pretendere carceri umane, carceri che non sembrino canili per cui noi ci indigneremmo, per cui noi denunceremmo, piene solo di escrementi e pazzia.
che l'ONU faccia prima questo genere di moratorie, prima di costringere chi vuole morire a vivere, perché lì vivere non esiste, esiste solo l'attesa della morte, la si cerca, la si aspetta, ricordo che in quel documentario un secondino disse ridendo che quella gente era felice il giorno dell'esecuzione, parlavano addirittura.
non so perché ma io non credo esagerasse o che stesse mentendo.

bisogna fare si che questa gente sia felice di non dover morire perché ha una speranza, anche lieve, ma una speranza.

E' per me inumano farli vivere in bare.

sabato 9 giugno 2007

la val di noto


da qualche giorno si è fatto sentire Camilleri.
tenta di salvare la sua valle e a ragione ha lanciato un appello, nel mio piccolo, invito tutti a firmarla.
il link è questo:

mercoledì 6 giugno 2007

Sardegna





quando ero piccola volevo viaggiare, ma viaggiare per un motivo preciso.
i miei erano a Cagliari, io a Barisardo.
poi, mentre io ero a Nuoro, loro stavano tra Isili e Siniscola, a me sembravano distanze incolmabili, allora dicevo ora all'una, ora all'altra nonna che volevo viaggiare, viaggiare come loro, perché loro lo usavano spesso questo termine.
io, al massimo, facevo Barisardo - Nuoro; Nuoro-Barisardo, sono stata anche un anno a Lollove e mi piaceva! ricordo una casa che dentro era tutta di legno, ma soprattutto mamma.
poi a 5 anni, meglio 6 ho iniziato le scuole a Nuoro e non mi sono più spostata, loro si, ma non aveva più importanza, non volevo più viaggiare.
però non sento Nuoro mia, non la sento la mia città, non l'ho mai sentita tale e si vede, molti mi accusano di non avere più accento (come se l'avere o meno un accento faccia di qualcuno un sardo), di non essere più sarda.
non è vero, non sento mia Nuoro perché vi sono nata per andarmene nemmeno 20 giorni dopo, perché i miei non vi appartengono, perché io non vi appartengo, volendo sento p mia Barisardo, lì ho i ricordi migliori dell'infanzia.
Nuoro a volte è gretta e io lo sento nell'aria, ma non gliene faccio una colpa, è solo una piccola città ed è uguale a tante altre anche se si sente diversa dal mondo.
Nuoro ha le sue origini, i suoi codici, ma li possiede ogni piccola città.
Nuoro a volte la amo e mi struggo di nostalgia, a volte la odio, ma non la sento mai mia.
ma il problema non è poi di Nuoro, ma mio.
certo non sento mia Bologna che in fondo non conosco, ne conosco solo la superficie, l'università, ma non la vecchiaia sino in fondo, un giorno forse se continuerò a starci, ora no, in un certo senso è un porto come tanti altri un cui sono stata bene e male, a periodi.
un tempo sentivo mia l'ogliastra, ora non è rimasto più nessuno e mi è estanea anche quella, continuo ad amarla come si ama la terra, ma in fondo mi rattrista vederla .e allora si vive senza tante radici.
o si porta dentro l'essenza confusa del miscuglio di pensiero che è per me la Sardegna, unica, e va bene così.
di tutto un po', l'amo tutta e scatenando ire non reputo solo la barbagia Sardegna vera, non è così, è solo la Sardegna arcaica dell'arte pastorale, oramai un po' perduta, anche se qualcuno pensa che portare il vellutino, ma alzarsi a mezzogiorno per non fare un cazzo sia mantenerla in vita (ecco a questi gli darei una bella passata di monti insieme al bestiame, a vedere).
c'è Sardegna anche più giù vicino al mare, solo con un senso diverso, in un certo senso con più celia, con un profondo rispetto per quella che la loro fonte di vita: il mare, col sorriso dei porti che accolgono e cumbidana, rispetto che io ho appreso, inalato tutto e che viene con me ovunque, insieme a quello per la terra dei monti, i suoi segreti e i suoi dolori, alcuni vissuti da vicino.
ecco, io nel mio mezzo e mezzo mi reputo più fortunata di coloro che hanno vissuto solo da una lato, che a fondo conoscono solo un lato.
sto bene in mezzo a una tavola imbandita di vino e pesce, come di fronte a un porcetto, conosco entrambi e mi va bene così.
non ho accento, ma la Sardegna è altro.
non mi sento a casa veramente da nessuna parte, ma d'altro canto ho il vantaggio che ogni luogo della Sardegna per me è casa.