sabato 8 dicembre 2007

apologia dell'irrazionalismo e dell'equivoco.

ho un post tristissimo nelle bozze.

ho deciso di lasciarlo vegetare lì e di dedicarmi ad altro, in attesa.
allora prendiamo 2 autori che ho di recente ripreso: Feyerabend e Stuart Mill, questi filosofi si dovrebbero leggere quando ci si approccia al diritto penale, in assenza un giudice si sente Dio e i risultati spesso si vedono, ma non voglio parlare del loro contributo alla scienza penalistica, ma di quello alla crescita umana.
partiamo da Feyerabend, l'avete presente? scrisse "contro il metodo" e "Addio alla ragione", i suoi sono saggi di scienza, ma penso siano perfettamente applicabili al quotidiano.
egli teorizzava l'inesistenza di una certezza nella scienza e l'anarchia con cui gli stessi scienziati (che di volta in volta perseguivano uno scopo, raggiunto lo ritenevano assodato), dovrebbero approcciarsi ad essa.
predicava l'irrazionalismo, l'assenza di certezze scientifiche doveva essere il dogma di partenza, nulla è certo.
ora, pensate, se la scienza non è certa, figurarsi il resto.
Stuart Mill, invece, nel suo saggio "sulla libertà" disquisiva sull'importanza del dissenso, sull'assenza dei confini della società, se non che questi sono, appunto, da individuarsi nel dissenso umano e che in tale dissenso solo colui che è privo di umanità può raggiungere il vero sapere.
inumanità da intendersi come obiettività, difatti l'uomo per natura non lo è, chi lo è in un certo qual modo è superiore, raro.
l'obiettività questo è il punto, ma qual'è il confine? si riesce a mantenere l'obiettività? è questa condizione umana dell'essere? non credo,ma vediamo.
abbiamo da un lato l'irrazionalità e d'altro canto l'obiettività e il suo opposto, l'assenza di obiettività che produce equivoco, come si conciliano?
l'irrazionalità è oggettivamente bella, ti libera, ti protegge dai pensieri, ti fa agire d'impulso rimandando i pentimenti al dopo, ti fa vivere, se ne ha bisogno, così come dell'instabilità.
ultimamente sono instabile e irrazionale, mi sono fottuta la razionalità è ufficiale, così come la capacità di giudizio, allora mi chiedo Feyerabend, davvero è saggio il tuo elogio all'irrazionalità? o meglio è saggio per me? ti ho sotto gli occhi, ti leggo e sono perplessa come non lo ero la prima volta.
sposto lo sguardo su Mill e astraggo me stessa, obiettività giusto? assenza di umanità, allora vediamo applico la condicio sine qua non penalista agli ultimi eventi della mia vita, è possibile che ad ogni mia condotta sia corrisposto proprio quell'evento?
per rispondere prendiamo ad esempio del giorno il mio carattere (ne emerge un quadro disastroso), oddio devo dire non solo mio eh? non so se esserne lusingata o meno, ma torniamo alle mie mancanze, alla mia instabilità come punto di partenza per l'applicazione pratica delle due teorie.
vediamo sarò poi così manchevole?acidella un po', do delle risposte che per carità mi prenderei a schiaffi da sola, ma io lo ammetto, non ho problemi ad ammetterei i miei errori quando mi vengono fatti notare, quindi mi chiedo: e il libero arbitrio degli altri non conta? non è influente? si lo è, perché se pur vero che ad una azione corrisponde un evento, quell'evento, se non è collocabile a livello fisico, pertanto ineluttabile, è definibile solo reazione.
(la variabile della seconda persona è importante, il giudizio univoco è fuorviante).
converrete con me che la reazione è data dal libero arbitrio, quindi se nasce un equivoco, l'equivoco è di due, non di uno, è conseguenza dell'azione e della reazione, se poi queste divengono cancro e non si estirpano è un problema di due, non di uno.
se poi dell'equivoco solo uno è a conoscenza, il problema è invece di uno.
alla fine si è sempre in due, quindi sono le variabili che fanno di noi degli irrazionali o dei razionali, sono le variabili che portano la scelta.
in questi casi mi trincero dietro l'irrazionalità, non faccio nulla e me ne fotto, non fosse altro che tanto capacità di raziocinio e giudizio sono in ferie e io sono impossibilitata a pensare e non risolverei nulla, a prescindere, mi dispiace, tanto son menefreghista (questa me l'han detta ieri, no?), quindi sono irrazionale, ma invero non ho perso l'obiettività, come la mettiamo?
sei d'accordo caro Feyerabend? la ricostruzione può filare? continuiamo.
personalmente persevererei nell'irrazionalità anarchica che descrivi così bene, anche se non ti definisci tale, ma dadaista, va facciamo così sarò anche io dadaista, mi piace, solo il dadaismo riesco poi a conciliarlo con l'obiettività di Stuart Mill, uhm, mi sa che confliggono.
Stuart Stuart, mi mandi in pezzi la composizione! non va bene, vediamo...ecco...sai che faccio? io vi fondo.
unisco l'irrazionalità di Feyerabend all'inumanità che da conoscenza di Stuart Mill, saprò, insomma, ma sarò comunque irrazionale, beatamente tale.
quindi so, ma non mi muovo, cerco concentrico, so, ma resto irrazionalmente inerte, però senza problemi, resettiamo.
risolto il problema.
mi pare saggio, no saggio no, irrazionale unirvi per la soluzione, ma ne vien fuori una bella cosa, no? torno a leggervi va, poi ne riparliamo....
che dite voi? meglio l'irrazionalità o l'obiettività che implica raziocinio?, la conoscenza o l'ignoranza? il beato fottersene o le paranoie della risoluzione?

5 commenti:

seserla ha detto...

mi è uscito molto più lungo di quel che pensavo..

seserla ha detto...

faccio una precisazione: di Stuart Mill ho estrapolato solo i concetti che qui mi interessavano, l'opera tratta ben più ampiamente il concetto di libertà dell'uomo e nell'uomo.

ko-ko ha detto...

irrazionalità e conoscenza anche se messe vicine queste parole fanno un pò a pugni.
l'ignoranza va combattuta.
all'obiettività non ci credo.
ale
ps...mi sa che non ti dico più che sei acidella...

seserla ha detto...

ma no, intesa come conoscenza dei fatti umani nei rapporti interpersonali, non scibile...
quanto all'acidella è vero, quindi me lo puoi tranquillamente continuare a dire ;), ma ho visto che hai un blog..passerò con calma a dare uno sguardo..

Anonimo ha detto...

...avevo capito!
ti ho risposto in modo un pò sintetico!
svilupperemo meglio il discorso da maurizio...acidella!scherzo!!! ;) ale